Neuroshopping, è il titolo dell’interessante libro scritto dal Prof. Giampiero Lugli (Preside della facoltà di Economia dell’Università di Parma).
L’autore, specializzato nell’attività di ricerca sui temi del marketing distributivo e trade marketing, ci spiega come le recenti scoperte nel settore delle neuroscienze sono in grado di offrire una nuova prospettiva di analisi nel comportamento di acquisto. Il testo suggerisce metodi di valutazione interessanti per comprendere quanto l’emozionalità influisca nelle decisioni di acquisto. Ma invita anche i produttori ad una riflessione finalizzata al ri-orientamento degli strumenti di marketing e alla ricerca di nuove metodologie di fidelizzazione.
La neuroscienza ci spiega anche perché la scritta allarmate “il fumo uccide” riprodotta sui pacchetti di sigarette non influisce sui volumi di vendita: semplicemente perché si rivelano più efficaci gli abbinamenti del logo dei produttori con i campioni di formula uno o le bucoliche immagini dell’Ovest degli Stati Uniti, che realizzano un’inconscia e positiva identificazione con il brand. Accademia e ricerca confermano conoscenze, comunque, oramai note e sperimentate e che assegnano agli aspetti emozionali una valenza preponderante sulle decisioni di acquisto per la maggioranza dei beni di consumo. Ciononostante, anche la recente rivoluzione nelle scelte di acquisto dei consumatori in crisi, ripropone l’inadeguadezza delle strategie di marketing di molti produttori di beni semidurevoli che non riescono a svincolarsi dalle superate strategie product oriented. Perché né le innovative politiche di web, né la ricerca spasmodica della qualità o della differenziazione estetica, riescono da sole a influire e pilotare sull’emozionalità dei consumatori. E’ dimostrato che su questa fa leva invece la personalità, l’identità, il valore, lo charme, la reputazione e l’etica del brand (nelle varie sfaccettature a seconda della merceologia), che viene percepita dal consumatore.